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Dal 1967

Un’azienda biodinamica tra le colline del Montalbano
L’azienda agricola Poggiosecco è situata nell’area del Montalbano tra i terreni calcarei e le rocce arenarie delle colline di Cerreto Guidi e Vinci, terra vocata per la viticoltura e la produzione di ottimi vini.
Ai confini tra le provincie di Firenze e Siena si estendono i vigneti e gli uliveti dell’azienda, a circa 100/350 mt. sul livello del mare, con una esposizione ottimale che consente una perfetta maturazione delle uve e delle olive. 
L’azienda, operante nel territorio dal 1967, è biologica certificata dal 2004 e biodinamica dal 2009.

La scelta biodinamica

Abbiamo fatto questa scelta etica perché ci sembrava l’unica agricoltura possibile dal punto di vista del contesto storico che stiamo vivendo.

Dal punto di vista degli interventi sul terreno, l’agricoltura biodinamica mira in sintesi al ripristino dello stato umotico del terreno con la ricchezza di elementi minerali e animali prevista in natura; di conseguenza le piante che crescono su questo terreno ritrovano un loro equilibrio naturale attingendo da un suolo e un sottosuolo vivo che racchiude in sé il giusto nutrimento e rimedio per l’espressione massima della pianta. Il risultato è che non si rende più necessario l’uso di pesticidi, diserbanti antiparassitari ecc.. di natura chimica e sintetica – che hanno pesanti effetti collaterali sull’ambiente.

Le nostre lavorazioni

Le nostre lavorazioni seguono, oltre che la stagionalità, anche un calendario biodinamico basato su studi specifici e scientifici sulle condizioni del nostro sistema solare e sulle influenze che i pianeti ed il loro movimento esercitano sulla forza di gravità e di levità agendo attraverso i quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco) sulla terra, le piante e tutti gli esseri viventi. 

Attraverso queste conoscenze lavoriamo scandendo e suddividendo in quattro parti i processi che influiscono sulla biodiversità. I nostri periodi si dividono in Radicale, Foglie, Fiore, Frutto con periodo di luna ascendente e discendente. Le azioni che compiamo sulle piante e sulla terra sono scandite appunto da questi periodi; quindi la pre-potatura a secco verrà effettuata in inverno con luna discendente, mentre la stralciatura con luna ascendente con incenerimento e reintroduzione delle ceneri sotto fila.  

Anche la potatura al verde o schiacciatura verrà effettuata in luna discendente, poiché con molta pressione gravitazionale la pianta avrà poca linfa in circolo e la cicatrizzazione delle ferite sarà facilitata e meno traumatica. 

A completamento della difesa per la salute della pianta verrà distribuito il corno silicio nebulizzato in aria alle prime luci dell’alba, previo processo di dinamizzazione di un’ora. Nella terra non viene mai introdotto nessun concime morto o chimico, ma vengono seminati a file alterne sovesci (leguminose, graminacee, composite), con introduzione di corno letame e preparati biodinamici dinamizzati per un’ora e cosparsi in terra per attivare processi di micro-fermentazione e sviluppo di microrganismi attivi che vanno ad energizzare, vivificare e quindi depurare il terreno. 

Nel corso della stagionalità il susseguirsi di queste operazioni effettuate nell’alternanza di gravità e levità, dona un equilibrio alle nostre piante ed alla terra, che esprimeranno con la vendemmia dei frutti sani ed intatti dal punto di vista organolettico, cosicché esprimeranno appieno le loro caratteristiche ed il terroir.

I trattamenti

Gli elementi utilizzati in biodinamica hanno grandezza infinitesimale similmente a quanto accade in omeopatia in cui vale il principio attivo e la sua dinamizzazione,  cioè l’atto necessario a sprigionare tutta l’energia contenuta in dosi bassissime.  Così ad esempio sia nei vini biologici che in quelli biodinamici la dose di metabisolfito è di 2 grammi per ogni quintale di uva, contro i 150 grammi dei vini convenzionali, e solo al fine di ottenere una leggera disinfezione del mosto.Clicca qui per modificare.I nostri trattamenti di difesa si limitano a dosi veramente infinitesime di solfato di rame (S2O) a molecola bassa, fiocco di calce e zolfo di estrazione mineraria. Ai fini della prevenzione contro la botritis usiamo argille,  bentonite, ZAB. Contro la tignoletta viene usata in biodinamica bacillus turgensis attivato con zucchero di canna. Con queste pratiche molto naturali e rispettose del sistema evitiamo anzitutto la degenerazione dell’ambiente e quindi anche delle bacche che andremo a  trasformare in vino.

In ogni ecosistema che si rispetti la biodiversità è condizione necessaria e sufficiente a garantire l’equilibrio e il progressivo rafforzamento di ogni manifestazione vivente in esso, sia che si tratti di piante, di animali o di uomini. Recenti studi (Giappone) dimostrano che l’evoluzione di uno dei preparati base utilizzati in biodinamica ha avuto un effetto estremamente vivificante e corroborante in contesti di critica contaminazione nucleare del territorio.  

la vinificazione

Il grande lavoro effettuato in vigna è propedeutico alla realizzazione del vino biodinamico e biologico. Senza una lavorazione corretta a monte non si possono ottenere prodotti di eccellenza: sostanzialmente in cantina l’obiettivo da realizzare è la massima espressione del terroir che nella nuova accezione «comprende una specificità di suolo, di topografia, di clima, di paesaggio e di biodiversità»


Le vinificazioni sono fatte biodinamicamente con ossigenazione e raffreddamento mediante luce e aria con rimontaggi e follature. Nel pieno della fermentazione si effettuano delestages per rallentare la vinificazione ed abbassare la temperatura.  Finita la fermentazione alcolica si aspettano alcuni giorni per favorire la fermentazione malolattica che sviluppa aromi e profumi, dopo la quale si attua il processo di svinatura dove si aggiungono ancora 2 grammi per quintale di metabisolfito per purificare il vino, dopodiché esso viene trasferito in grossi tini di cemento dove in inverno avvengono sia la decantazione come anche i processi di affinamento e chiarifica. 
Il vino biodinamico ha un procedimento di fermentazione microalcolica uguale al biologico mentre la fermentazione malolattica è più lunga e si protrae anche fino alla macerazione delle bucce. Non appena si percepiscono dei piccoli odori di ossidazione acetaldeide si trasferisce il contenuto del vino in botti di rovere, si trasferisce solo il primo liquido non la strizzatura e quindi si utilizza all’incirca solo il 70 – 80% del vino che viene chiamato “fiore”. 
Passato in botti di rovere trascorre l’inverno arrotondando il corpo fino a ritornare in tino poco prima dell’estate per tornarci ancora dopo la vendemmia; nella primavera successiva viene imbottigliato. Ogni movimento viene effettuato in luna ascendente scegliendo il giorno a fiore o frutto a seconda della caratteristica prescelta
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